Pieve di Santa Maria de Hortis
Risalente addirittura al IX dove sono stati recentemente recuperati una serie meravigliosa di affreschi risalenti al ‘300/’400 che erano stati coperti da strati di intonaci e decorazioni successive prive di valore.
Gli esperti della Sovrintendenza sono convinti di essere di fronte a una scoperta di grandissimo valore storico e pittorico. Per approfondire la storia e le opere di questa chiesa e' disponibile un volume realizzato dagli "Amici della Biblioteca "LUISIA", ricco di fotografie e informazioni.
Orari: Martedi - Giovedi - Sabato - Domenica : 9.00 - 17.00
La Chiesa della Confraternita del SS. Nome Di Gesù
La storia
La tradizione racconta che la chiesa fu costruita in segno di ringraziamento per la liberazione dal flagello della peste del 1630 ; infatti fu edificata nel 1644 da autore ignoto. La Confraternita del SS. Nome di Gesù fu costituita a Vigone nel 1570 e fino alla costruzione della propria chiesa risiedette in quella di S. Rocco. L’interno della nuova chiesa rimase spoglio sino al 1845 quando fu decorata e affrescata dal pittore C. Sciolli. La Confraternita fu sempre scarsa di mezzi e viveva di elemosine, sepolture e redditi su alcune case rustiche : per questo motivo essa si estinse nel 1965. Dal 1820 al 1830 la chiesa fu sede parrocchiale negli anni in cui era in corso la costruzione della nuova chiesa di S. Maria del Borgo. Da alcuni anni la chiesa è sconsacrata ed ospita sovente mostre di opere d’arte o fotografiche.
Le opere
La chiesa ha subito un grave furto circa dieci anni fa. Le opere d’arte rimaste si possono ammirare ora nella chiesa di S. Maria del Borgo , come il letturile ligneo (l’insieme dei sedili del coro forniti di schienali e braccioli) , le tele del Chiantore “Gesù nel Tempio tra i dottori” e “La Resurrezione” , entrambe in casa parrocchiale. Delle altre opere appartenute alla chiesa non rimane altro che la documentazione fotografica. da: “L’arte a Vigone attraverso i secoli” di Cifani , Monetti , Cerato ed. Gribaudo.
La Chiesa di Santa Caterina
La storia
La chiesa , in stile gotico – lombardo a tre navate , fu costruita negli anni ’60 del ‘400 da G. Fasolj con i materiali provenienti dalla chiesa di Santa Maria de Hortis , di cui era pievano , ormai diroccata a causa del trasferimento degli abitanti dal borgo primitivo , quello di Santa Maria, a quello attuale , quello di Santa Caterina. Circa 50 anni dopo la costruzione la chiesa era ormai cadente : grazie all’abate Scaglia , in visita pastorale, fu ordinato il restauro. Agli inizi dell’800 ebbero luogo nuovi restauri e modifiche : i fratelli Gautiero di Saluzzo eseguirono tutti gli affreschi , mentre nel 1836 furono preparati dall’architetto L. Formento una nuova facciata per l’edificio e il progetto per il campanile : l’erezione della facciata rientrava nell’ottica del generale rinnovamento degli edifici sacri a Vigone , che si concluse nel 1862 con la costruzione di un nuovo altare marmoreo.
Le opere
La chiesa di S. Caterina possiede una interessante raccolta di dipinti sei – settecenteschi. Ad un pittore di Savigliano della seconda metà del ‘600 si attribuisce un grande olio su tela rappresentante le Stigmate di S. Francesco che si trova in un ambiente laterale al coro (l’ambiente dietro l’altare). La tela del Battesimo di Cristo , posta al di sopra del battistero , è da collocare tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 e potrebbe essere il prodotto di una bottega di pittori cuneesi.
La pala della chiesa (l’opera collocata sopra l’altare) , di artista ignoto , mostra una graziosa composizione con S. Agata martire che offre un seno alla Vergine e al Bambino.
Attorno alla metà del ‘700 si colloca un’altra pala della chiesa , quella della prima cappella di sinistra entrando , di autore ignoto. Essa raffigura la Vergine Immacolata al centro , leggermente più in alto dei due santi Francesco e Giovanni Battista; le diverse figure sono ad altezza naturale. Chiude il periodo settecentesco una pala d’altare di autore sconosciuto di notevole qualità della terza cappella di destra , un olio su tela , che rappresenta a sinistra S. Giovanni Nepomuceno (al quale è dedicata una piccola chiesa qui a Vigone) mentre bacia un piede al Bambino Gesù in braccio alla Vergine che sono posti leggermente più in alto. A destra , all’altezza di S. Giovanni , è invece rappresentata l’estasi di Santa Teresa d’Avila.
La chiesa presenta alcuni interessanti episodi artistici otto- novecenteschi , ma le novità pittoriche sono tutte datate a partire dall’inizio del 20°secolo.
La pala d’altare della seconda cappella di destra , dipinta dal Reffo nel 1905 , la Morte di San Giuseppe , rappresenta Giuseppe in fin di vita , con accanto inginocchiata la Madonna che gli tiene una mano e Gesù che lo consola e gli addita il Cielo.
Davanti al morente appare un bianco angelo che gli porta un giglio ed una corona , mentre le nubi si aprono per mostrare angeli festanti.
L’abside ( la parte terminale della chiesa) gotica di S. Caterina ospita un grande affresco che rappresenta il martirio e la gloria della vergine alessandrina con in alto la Trinità . Ne è autore uno dei più interessanti pittori contemporanei piemontesi , il vigonese M. Baretta (1916-1987) che lo dipinse nel 1954. Baretta giunse alla realizzazione conclusiva dell’affresco dopo una laboriosa fase progettuale : nella versione finale il pittore liberò il gruppo della Trinità dalla mandorla (“l’ovale” che nella rappresentazione pittorica racchiude gli ascendenti al Cielo) ora trasformata in un semplice alone di luce , dando così maggior respiro a tutta la composizione.
L’artista ebbe anche l’accortezza di realizzare un affresco quasi monocromo , ovvero costruito su tonalità omogenee brune e rosate che si armonizzano perfettamente con i toni aranciati delle nervature in cotto . Nella chiesa è presente un pregiato organo dei fratelli Collino del 1825. da: “L’arte a Vigone attraverso i secoli” di Cifani , Monetti , Cerato ed. Gribaudo
La Chiesa di S. Defendente
La storia
L’epoca di costruzione della chiesa di S. Defendente , posta leggermente al di fuori del centro del paese , sulla via che porta a Villafranca, è purtroppo sconosciuta. Stilisticamente la si può attribuire al XVII secolo (1600) con rifacimenti posteriori sovrapposti in particolare quelli della decorazione nei secoli XVIII e XIX (1700-1800) fino ad arrivare all’affresco sopra il portale eseguito da Michele Baretta , illustre concittadino, nel 1951.
Le opere
La chiesa possiede solo un quadro posto sopra l’altare maggiore : una pala , cioè un’opera figurativa collocata sopra l’altare entro una cornice , di gradevole valore devozionale firmata da G. Chiantore nel 1772 La Vergine con i Santi Defendente e Anna un olio su tela dove l’autore ripete il suo modello stilistico, che si può ritrovare anche in altre sue opere note. Come già menzionato , nella chiesa si ha un importante affresco del Baretta : importante perché proprio in questa pittura su muro appare lo stacco stilistico e il profondo rinnovamento della sua arte avvenuto alla fine degli anni Quaranta nella figura di S. Defendente che adorna la facciata della chiesa.
Il santo guerriero rappresentato con la spada sguainata in mano ed il vessillo si impone per vivacità di tocco e di colore , per una accesa interpretazione di un ideale guerresco di santità. da: “L’arte a Vigone attraverso i secoli” di Cifani , Monetti , Cerato ed.Gribaudo.
La Chiesa di S. Bernardino
La storia
La chiesa della Confraternita di S. Bernardino , posta proprio al centro della città non distante dalla chiesa di Santa Maria del Borgo , fu eretta inizialmente nel 1504 con Bolla di papa Giulio II (i lavori si protrassero per oltre un decennio per mancanza di fondi), distrutta nel 1675 ed infine ricostruita nel 1684/5. Il campanile fu costruito da G. B. Andreolo, mentre la cupola fu costruita su disegno del Conte Ceppi solamente nel 1910. I 10 affreschi (pitture eseguite su muro con colori sciolti in acqua stesi su intonaco umido) , 6 nel coro per le storie di S. Bernardino , 3 nel presbiterio per la Vergine e uno sulla facciata per gli angeli sono del ‘6-‘700 da attribuire al pittore G. B. Pozzo che li fece in due fasi .
Le opere
Le storie di S. Bernardino , all’interno di 6 quadrature, ovvero “cornici” con effetto prospettico, si trovano nel coro della chiesa ( vale a dire lo spazio dietro all’altare).
Il filo conduttore delle storie è il tema de “ la Verità e la Giustizia” commentato con frasi bibliche in medaglioni azzurri posti alla base di ogni scena. Partendo da sinistra, nella I scena , “La vestizione di S. Bernardino”, si vede il santo inginocchiato che riceve l’abito, circondato da personaggi religiosi e laici.
La scena seguente ci presenta il santo intento a predicare per un rogo delle vanità . Sentendo le sue parole i penitenti si spogliano degli ornamenti e li gettano a terra, tra molti oggetti preziosi. Proseguendo , la III scena si riferisce ad un miracolo del santo : la liberazione di una indemoniata che , fra panni svolazzanti e contorcimenti di braccia, vomita dei demoni.
La IV scena vede S. Bernardino in visita ad un carcerato. La V scena ricorda invece la predica che S. Bernardino avrebbe tenuto nella chiesa di Santa Maria de Ortis qui a Vigone. Il santo è ritto su un pulpito , intento a predicare: sullo sfondo è ben riconoscibile la struttura gotica di Santa Maria con l’altare in stile barocco. Nell’ultima storia ( e qui ci troviamo ormai nella parete destra) sono descritti i funerali del Santo : su un catafalco si trova S. Bernardino ed attorno c’è una piccola folla di storpi , ammalati e frati. Gli affreschi rimasti sono da attribuire a G. Pelliparis.
I suoi 2 affreschi , che si trovano nel presbiterio , (ovvero la parte della chiesa antistante l’altare separato dalla navata da una balaustra) rappresentano la Nascita (a sinistra) e la Morte (a destra) della Vergine. La chiesa di S. Bernardino possiede, oltre alle opere citate, anche altre degne di nota come l’Immacolata Concezione della Vergine di autore sconosciuto e di notevoli dimensioni. Qui viene rappresentata la Vergine che mostra il Bambino e , nella parte inferiore del quadro , si hanno S. Giovanni Battista (a sinistra) e S. Francesco d’Assisi (a destra).
La navata della chiesa ospita 4 grandi tele raffiguranti rispettivamente la Vergine con i Santi: Rocco, Sebastiano e Antonio Abate che si trova appena entrando sulla destra.
Di fronte un Cristo in Croce fra un Santo Vescovo e S. Bernardino. Una Vergine Assunta in Cielo con gli apostoli è la seconda tela sulla sinistra entrando. Una Madonna con Bambino, S. Giovanni Battista, un Santo Vescovo e un donatore si trova di fronte all’ Assunzione. Importante è la già citata Assunzione della Vergine con gli apostoli riuniti intorno al suo sepolcro colmo di rose e i santi Francesco e Bernardino da Siena. Il dipinto della Vergine con S. Giovanni Battista, un Santo vescovo e un sacerdote donatore è singolare per via della composizione: la Vergine è seduta su un trono posto sotto a un baldacchino, mentre regge Gesù che tiene in mano una rosa bianca.
Da segnalare inoltre la statua della Vergine degli Angeli dello scultore I. Perucca, e l’altare maggiore ligneo del Seicento. da: “L’arte a Vigone attraverso i secoli” di Cifani , Monetti , Cerato ed. Gribaudo.
La Chiesa di Santa Maria Del Borgo
La storia
L’imponente chiesa di Santa Maria del Borgo è in stile neoclassico : fu eretta nel 1832 su progetto dell’ingegnere Talucchi , autore anche del Duomo di Santhià , sul vecchio edificio gotico risalente alla metà del 12° secolo (1100) .
La parrocchia deve essere considerata come una delle maggiori imprese architettoniche extratorinesi portate a termine durante l’Ottocento. La prima pietra della nuova chiesa di Santa Maria fu benedetta nel 1833 , ma i lavori di sistemazione e decorazione durarono fino agli anni ‘20 del Novecento. Il campanile fu costruito nel 1777 e l’autore fu l’architetto M. Fenocchio di Pinerolo.
Fu edificato a spese della comunità di Vigone e dell’abate Bonifanti (come la chiesa) perché il vecchio campanile era ormai cadente. Allora esisteva la vecchia casa parrocchiale che fu demolita proprio nel 1832; invece la torre campanaria era in ottime condizioni e quindi fu conservata.
Le opere
L’originario patrimonio di dipinti della chiesa di Santa Maria ha subito un forte impoverimento con la costruzione della nuova parrocchia avvenuta nell’Ottocento.
Entrando nella chiesa si può notare nel primo altare a destra una pala (l’opera collocata sopra l’altare) tardoseicentesca che rappresenta in modo drammatico il Martirio di San Lorenzo mentre viene disteso dai suoi carnefici sulla graticola infuocata. Il quadro colpisce per la grande violenza con cui la scena è stata interpretata. Lorenzo , spinto brutalmente , quasi si ribella ai carnefici ed alza verso il Cielo la mano destra per cercare conforto nel suo immenso dolore , e dal Cielo giunge precipitosamente un angioletto che gli porta la Palma del martirio.
L’opera potrebbe essere attribuita a S. Taricco (1641/1710). Le superstiti opere settecentesche che Santa Maria del Borgo conserva non ci appaiono di particolare interesse artistico. Nella parrocchia sono state recentemente portate le opere d’arte rimaste dopo un grave furto , avvenuto una decina di anni fa , ai danni della ex – chiesa del SS. Nome di Gesù.
Nel coro si può ammirare , proveniente dall’ex – chiesa , anche il letturile (l’insieme dei sedili del coro forniti di schienali e braccioli) ligneo del 1761 , ora perfettamente restaurato , ad opera dell’intagliatore G. Negretti , abitante a Vigone, , ma originario della Valsesia.
Con il grande artista saviglianese P. Ayres (1794/1878) si apre la nuova e felice stagione della pittura ottocentesca di Vigone. Allo stesso Ayres può essere attribuita la splendida pala dell’altare maggiore raffigurante la Natività di Maria , oggi sistemata nel centro del coro (lo spazio dietro l’altare) e poco visibile.
Nell’opera , di forma ovale e con una superba cornice lignea scolpita , si trova Maria Bambina fra le balie in primo piano , con Gioacchino che rende grazie a Dio con atto devoto. Sullo sfondo a sinistra sta la puerpera Anna assistita da una donna. Il dipinto può essere collocato fra il 1830 e il 1840. L’opera è di grande qualità con particolari di delicata bellezza come l’incantevole figura della fanciulla sulla destra o la maestosa balia che sostiene la neonata. Un Sacro Cuore coronato di spine , dipinto o ripreso successivamente con stile maldestro , stona con la qualità della tela. Nel terzo altare a destra della chiesa si trova una memorabile tela ad opera di L. Vacca (1778/1854) uno dei più importanti pittori allora attivi in Torino nell’ambito dell’Accademia Albertina.
Il quadro rappresenta S. Filippo , protettore della gioventù , mentre presenta alla Madonna due ragazzi e protegge tre sacerdoti che si inginocchiano davanti a lei; in alto la Vergine Immacolata appare a figura intera con schiere di angeli che la contemplano in estasi , mentre un angelo vestito di rosa , ai suoi piedi , regge fra le braccia un tenero Bambino Gesù. Si tratta senza dubbio di una delle più belle realizzazioni sacre del Vacca.
Nella chiesa di Santa Maria del Borgo è di notevole pregio la Via Crucis del 1865 che adorna la navata (lo spazio compreso tra le due file di colonne) centrale: è opera di C. F. Biscarra (1825/’94) , un importante esponente dell’Accademia Albertina e dell’arte piemontese in generale, nonché critico di fama , segretario dell’Accademia stessa e co-direttore insieme a L. Rocca della rivista “L’Arte in Italia”.
La Via Crucis è ben inserita nella vastità dell’architettura della chiesa ; i dipinti si impongono per la loro monumentalità e per i colori vivaci e tutto l’insieme deve essere considerato uno dei maggiori esempi di Via Crucis della nostra regione. Il famoso artista L. Morgari ha dipinto per la chiesa due opere: l’Apparizione di Cristo a S. Antonio Abate del 1899 e la Vergine del Rosario fra S. Caterina e S. Domenico con le Anime Purganti. La prima tela , che è la pala del primo altare a sinistra entrando , raffigura l’apparizione di un luminosissimo Cristo al Santo , assorto in preghiera in una notte oscura.
La seconda , pala del secondo altare a destra entrando in chiesa , descrive il rapporto che lega terra e cielo nella preghiera dei beati intorno al trono del Signore , nella punizione dei peccatori e nella comunione dei santi. Nella parte bassa del quadro si vede infatti un’anima che ha completato la sua espiazione in Purgatorio e si libra dal mare di fiamme pronta per volare in cielo sorretta da un angelo. Al Morgari subentra , nel ‘900 , F. Siffredi (1861/1920) : a lui si devono due tele: Gesù trionfante sul Mondo del 1900 e la pala della Vergine Consolata venerata dai Santi Giuseppe , Nicola da Tolentino e Giovanni Battista bambino. La prima opera è la pala del terzo altare di destra entrando : il Sacro Cuore è rappresentato al naturale al centro della tela e con la mano sinistra regge la croce mentre con la destra indica il suo cuore.
La seconda tela si trova invece al secondo altare di sinistra entrando e vi è rappresentata la Madonna in alto; più in basso , in piedi i santi Giuseppe ( a sinistra) , Nicola da Tolentino ( a destra) , che è il santo patrono di Vigone; al centro in basso è rappresentato San Giovanni Battista bambino con Agnus Dei. La storia artistica di Santa Maria del Borgo termina con gli imponenti lavori di decorazioni delle volte (il “soffitto”) , realizzati all’inizio del ‘900.
I bozzetti per la decorazione furono ideati dall’illustre pittore di arte sacra E. Reffo (1831/1917) mentre i lavori furono compiuti dai suoi allievi , il Guglielmino (1885/1962) e il Siffredi. Sulle volte furono così dipinti tre eventi gloriosi della vita della Vergine: l’Immacolata Concezione, l’Assunzione e l’Incoronazione. Attorno ad ognuno dei tre grandi medaglioni furono sistemati due tondi .Vi sono raffigurati: Mosè , Papa Pio IX , S. Cirillo Alessandrino , S. Giovanni Damasceno , S. Alfonso dè Liguori , S. Bernardo. L’effetto generale della volta è veramente grandioso e le figure risaltano su di un suggestivo sfondo di azzurro indaco , armoniosamente declinate in rosa e violetto.