Edizione 2009
Il titolo della rassegna Real-fiction, che letteralmente significa Reale-finzione, vuole essere un gioco di parole che mette in luce lo spirito dell’iniziativa, che unisce ed associa la realtà che spesso viene rappresentata sul palcoscenico con la finzione che in alcuni casi si cela dietro un quadro e viceversa. Ma Real-fiction contiene anche al suo interno una contraddizione che sovente caratterizza il mondo dell’arte e dello spettacolo e li rende così unici ed affascinanti: finzione e realtà molte volte si mescolano rendendo lo spettatore disorientato ed incapace di distingue ciò che è vero da ciò che non lo è.
Questo progetto nasce dalla volontà di promuovere un nuovo percorso intellettuale, coinvolgendo più linguaggi creativi: si tratta infatti di una iniziativa che ha come obiettivo quello di abbinare arte e teatro attraverso l’allestimento di una mostra di arte contemporanea in concomitanza con uno spettacolo di prosa.
La rassegna trova ispirazione dalla voglia di ampliare l’offerta culturale per un pubblico sempre più vasto, esigente e competente, mettendo a disposizione degli artisti una vetrina di prestigio quale il foyer del Teatro Selve.
I protagonisti della “prima puntata” sono il torinese Alberto Castelli, il milanese Paolo Troilo ed il vigonese Carlo Galfione, giovani artisti ma già conosciuti a livello nazionale e non solo.
Il filo conduttore che li accomuna è rappresentato da una pittura figurativa che però esprimono attraverso tecniche, soggetti e motivazioni differenti.
Alberto Castelli ritrae in prevalenza figure femminili che molto si avvicinano all'ambientazione teatrale, anche grazie agli ornamenti ed alle pose che spesso assumono i suoi personaggi. Il suo è un lavoro quasi soave, molto attento, preciso e raffinato.
I soggetti di Paolo Troilo sono invece per lo più figure maschili che lottano, giocano e si dimenano come se volessero ricercare dall'esterno l'energia necessaria per poter sfuggire dai confini opprimenti della tela. La sua è una pittura “per sottrazione”, che, grazie all'utilizzo diretto delle dita delle mani, è resa molto spontanea, nervosa e pungente.
Il marchio di fabbrica di Carlo Galfione è invece il “supporto” delle sue opere: tappezzeria o carta da parati i cui motivi diventano parte fondamentale dei suoi quadri ed elemento di disturbo dell’apparente tranquillità che caratterizza i suoi personaggi.
“That’s all Folks!”
Arrivederci al prossimo anno, arrivederci alla prossima puntata.
L’Assessore alla cultura
Fabio Cerato
Edizione 2010
Dopo il successo dell’anno scorso prosegue il progetto “Real-Fiction” che si propone di abbinare teatro ed arte contemporanea in una sorte di magica unione che ha come obiettivo il completamento e la valorizzazione di entrambi.
Protagonista della II puntata è la fotografia che, dopo lo scetticismo iniziale da parte della critica, negli ultimi anni si è ritagliata uno spazio importante nel panorama artistico italiano ed internazionale.
Oggi la fotografia non ha più confini: se nel passato il limite era dato dalla possibilità di fissare la realtà attraverso uno scatto istantaneo, oggi, grazie all’avvento del digitale, è possibile rielaborare e modificare le immagini dando vita a scenari irreali e fantastici, un tempo creati dall’artista solo grazie all’abile uso del pennello.
Tutto ciò ha sicuramente contribuito ad aumentare l’interesse degli appassionati, a stimolare la critica e a far crescere nuovi e diversi talenti creativi. Helmut Newton, uno dei più importanti e conosciuti fotografi di sempre, sostiene che “i tre concetti che riassumono l’arte della fotografia sono il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare ed il gusto di catturare”.
Giuseppe Mastromatteo, che vive e lavora a New York e proviene dal mondo della pubblicità, è sicuramente animato dalla voglia di emozionare: i suoi modelli, appositamente apatici e privi di sentimenti per non distogliere l’attenzione dai particolari, suscitano curiosità, interesse e stupore e sembrano voler comunicare con l’esterno a tutti i costi, nonostante gli impedimenti che provengono da fuori.
Rosfer & Shaokun - milanese il primo, cinese la seconda - lavorano insieme da alcuni anni e fondono la fotografia con la pittura. Essi fanno del desiderio di scoprire il punto di partenza del loro lavoro: l’approfondimento e la ricerca sul contesto della Cina contemporanea li porta a riflettere sui grandi temi della contemporaneità ed in particolare sulla figura umana e sulla difficile società in cui vive.
Il lavoro di Andrea Messa, vigonese doc, sembra invece trainato dal gusto di catturare, ma le sue fotografie vanno al di là della semplice rappresentazione della realtà: gli oggetti al centro dei suoi scatti esprimono concetti e stati d’animo che vanno ben oltre la loro fisicità ed il loro senso quotidiano perché trasmettono tensione ed armonia, conflitto e serenità, solitudine e compagnia, malinconia e felicità.
“That’s all Folks!”
Arrivederci al prossimo anno, arrivederci alla prossima puntata.
L’Assessore alla cultura
Fabio Cerato
Edizione 2011
Real-Fiction, che all’interno del “Selve” abbina arte contemporanea e teatro, sperimentando ogni anno diversi linguaggi espressivi, affronta, con la terza puntata, il tema della scultura.
La scultura è un’arte molto antica che risale alle origini dell’uomo che fin dall’inizio della sua storia ha sentito la necessità di modellare la materia per lasciare un segno indelebile di civiltà e cultura. Nel tempo ha poi subito diverse evoluzioni fino ad arrivare ai giorni d’oggi in cui si muove, si espande e spesso sconfina nell’installazione; talvolta si ispira alla classicità, ma la rivisita in senso moderno; spesso accosta materiali diversi e molte volte opposti; abbina tecniche consolidate e ne scopre di nuove; ma da sempre stimola tutti i sensi suscitando nuove emozioni.
Gli interpreti della rassegna di quest’anno sono tre giovani artisti che gravitano nell’ambiente culturale torinese da molti anni, pur avendo vissuto esperienze espositive e professionali in diverse parti d’Italia.
Gabriele Garbolino, che aprirà la rassegna, è sicuramente il più classico dei tre, colui che si avvicina di più alla scultura antica che però, in molte sue opere, viene “svecchiata” dalla presenza di elementi contemporanei (come gli occhialini dei nuotatori) e dall’abbinamento di materiali tipici del passato con alcuni più moderni.
Nei primi giorni dell’anno nuovo verrà inaugurata la mostra di Carlo D’Oria, il più eclettico degli invitati perché sperimenta ed utilizza per le sue opere diversi tipi di materiali - dal bronzo al ferro, dal marmo alla pietra, dalla carta al legno, dalla terracotta alla resina - in cui però la figura umana, sempre solitaria ed anonima, rappresenta l’elemento centrale ed imprescindibile, il punto di partenza e di arrivo della sua riflessione sul mondo contemporaneo.
L’ultimo protagonista della terza puntata di Real-Fiction sarà Danilo Bozzetto, il più contemporaneo dei tre, quello che più si avvicina ai nostri tempi, il più tecnologico. Egli infatti ambienta le sue opere in paesaggi fantastici e le progetta in digitale riuscendo così a realizzarle successivamente in maniera quasi perfetta, priva di imperfezioni.
Ognuno di loro interpreta dunque la scultura in maniera diversa; li accomuna la centralità della figura umana, che è una costante del loro lavoro. Nessuno di questi artisti è mai banale e le loro opere non sono mai fini a sé stesse perché, come diceva il grande Pablo Picasso “la scultura è l’arte dell’intelligenza”.
“That’s all Folks!”
Arrivederci al prossimo anno, arrivederci alla prossima puntata.
L’Assessore alla cultura
Fabio Cerato